domenica 6 gennaio 2008

II Favola

Chiara è seduta sul suo letto.
Di fianco a lei, sulla parete, una macchia di umidità.
Guarda dritto davanti a se, senza abbassare lo sguardo. Sbatte le palpebre, una, due volte.
"Perchè ho come la sensazione che sia gia tutto finito?"
Silenzio.
"Pluff" risponde l'uomo davanti a lei "questo è il suono che fa un sasso quando cade nell'acqua".
E' solo in quel momento che Chiara si accorge dell'enorme chiodo conficcato nella testa di lui.
La mano si muove istintivamente verso la nuca.
Spalanca la bocca, come per gridare, quando sente qualcosa di freddo e metallico a contatto con le dita.
Spalanca la bocca, ma non esce ciò che si aspetta.
Spalanca la bocca, come per gridare, ma quello che esce non è un urlo.
Assomiglia più a un peto. Un enorme peto.
Il suo interlocutore intanto è scomparso, e al suo posto ora c'è un enorme corvo nero, grosso come un vitello, completamente nero, che la fissa, muto.
Dal suo becco spuntano denti, come quelli di un bambino.
"Mi hai chiamato, eccomi" gracchia il vitellocorvo completamente nero coi denti da bambino.
"E tu chi diavolo saresti?" geme lei, rannicchiandosi sul letto.
Il vitellocorvo la fissa, immobile. Apre il becco, poi lo richiude.
"Il chiodo nella tua testa".

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