Sono le 17:42, mercoledi 10 febbraio.
Un raggio di sole sta riscaldando il mio viso.
Sono seduta sul mio letto, immobile da più o meno 7 minuti.
Aspetto.
Non ho paura.
Quando il sole scomparirà dietro quel palazzo, Lui arriverà.
Lui arriva sempre, quando è buio.
"Eccomi, come promesso. Come ti senti?"
"Come mi sento? Mmh..."
Siede di fronte a me, nella penombra. Il chiodo, come sempre, conficcato nella Sua testa.
"Hai presente d'inverno, la notte, cammini tutto chiuso in te stesso, nei tuoi pensieri?
Beh, cammini col cappuccio tirato sulla faccia, per ripararti, e fissi la tua ombra che ti precede, dritta, davanti a te.
E all'improvviso, puff, al tuo fianco ne compare un'altra, di ombra dico, e pensi, ma come?, fino a un attimo fa la strada era deserta, e una paura insensata ti travolge.
Ti guardi intorno ma non c'è nessuno, solo un'altro fottutissimo lampione, alla tua destra, che ha creato un'altra tua ombra.
Ecco, in quel preciso momento... Si, insomma... Quello in cui capisci che..."
Mi guarda dritta negli occhi, e sorride. Non mi sarei mai aspettata che lui sorridesse. Non così, con un sorriso così, così... vero!
"Come un barabicchio, insomma!"
giovedì 24 gennaio 2008
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